23 giugno 2010
La comunità scientifica internazionale riconosce il successo di una terapia avanzata tutta italiana, basata sul trapianto autologo di epitelio corneale ricostruito in laboratorio grazie alle cellule staminali. Questa tecnica innovativa consente di restituire l’integrità della cornea e la capacità visiva a pazienti con gravi danni alla superficie corneale e deficit di cellule staminali limbari dovuti ad ustioni chimiche.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista americana New England Journal of Medicine, una delle più autorevoli al mondo in campo medico, testimonia la sicurezza e l’efficacia di una terapia ormai consolidata, effettuata con colture di cellule staminali adulte. Il lavoro è il risultato della stretta collaborazione tra la ricerca di base e l’esperienza di medicina traslazionale, che vede coinvolta l’equipe di Graziella Pellegrini, professoressa di Biologia Cellulare e coordinatrice della Terapia cellulare al Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”dell’Università di Modena e Reggio Emilia, di Michele De Luca, professore di Biochimica e direttore del Centro di Medicina Rigenerativa del medesimo ateneo, e la ricerca clinica applicata eseguita dal Dottor Paolo Rama, Direttore dell’Unità Cornea e Superficie Oculare dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, il quale ha effettuato con la sua equipe tutti gli interventi, prima presso l’Ospedale di Venezia e in seguito presso l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano.
Nello specifico, lo studio analizza i risultati ottenuti a lungo termine – fino a 10 anni – su un campione di 112 pazienti, che avevano sofferto delle conseguenze di una ustione oculare. I pazienti sono stati seguiti in tutti questi anni con controlli costanti.
La percentuale di pieno successo di questo studio supera il 75%.
Il messaggio di questo studio riguarda la possibilità di ottenere risultati stabili e duraturi nel tempo grazie all’innesto di cellule staminali secondo una procedura controllata e altamente specifica che consente alla cornea ricostruita di rigenerarsi costantemente come una cornea sana.
Un altro grande vantaggio offerto da questa tecnologia è legato all’utilizzo di cellule dello stesso paziente (autologhe) che garantisce la perfetta compatibilità ed esclude il rischio di rigetto o la necessità di dover assumere farmaci immunosoppressori. La tecnica, messa a punto dall’equipe della Prof. Pellegrini e del Prof. De Luca e inizialmente pubblicata su Lancet nel 1997, prevede un piccolo prelievo di cornea periferica (limbus) dal paziente, che viene eseguito in anestesia locale dal medico chirurgo e inviato al laboratorio di terapia cellulare per l’estrazione delle cellule staminali. Le cellule staminali coltivate consentono di generare un epitelio corneale perfettamente identico a quello sano che verrà trapiantato, dal medico oculista, nell’occhio danneggiato del paziente. I risultati preliminari della procedura furono pubblicati nel 2001 sulla rivista Transplantation.
L’esperienza acquisita testimonia inoltre la virtuosa collaborazione tra la ricerca e la classe medica italiana nel trasferimento tecnologico e di know-how tipico della medicina traslazionale, che ha coinvolto numerosi enti di regioni diverse, accademici ed ospedalieri.
I risultati ottenuti, unici al mondo per stabilità dell’epitelio rigenerato e durata del periodo di osservazione clinica, sono assolutamente confortanti e consentono di proporre serenamente ai pazienti questa opportunità terapeutica e rispondono alle necessità degli enti regolatori nazionali e internazionali di acquisire dati importanti per la valutazione di eventuali rischi connessi alle terapie avanzate su un numero consistente di pazienti e sul lungo termine.
Riferimento bibliografico: Rama P., Matuska S., Paganoni G., Spinelli A., De Luca M. and Pellegrini G. (2010), A long-term study of corneal regeneration and cultures of limbal stem cells, N. Engl. J. Med. 363:147-155