1 dicembre 2011

Una task force tutta emiliana ha realizzato nei giorni scorsi a Modena il primo intervento di ricostruzione della superficie oculare mediante cellule staminali autologhe adulte per ridare la vista ad un paziente reso cieco vent’anni fa da un’ustione chimica.

La tecnica, inventata dal team di ricercatori del centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, consiste nel trapianto dell’epitelio corneale coltivato in vitro partendo dalle cellule staminali estratte da una piccola biopsia dell’occhio del paziente stesso e permette di trattare danni corneali incurabili con le tecniche tradizionali di trapianto di cornea da donatore. La sicurezza e la stabilità dell’intervento sono garantite dalla lunga esperienza dei ricercatori che hanno recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine, una delle più prestigiose riviste di medicina del mondo, i risultati di un follow-up decennale sui trapianti eseguiti in passato su più di un centinaio di pazienti in collaborazione col dottor Paolo Rama dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Piena soddisfazione esprime Stefano Cencetti, direttore del Policlinico, per aver realizzato a Modena, con l’equipe del prof. Gian Maria Cavallini, uno dei primi interventi in Europa dopo il blocco delle terapie avanzate imposto dalle nuove normative europee nel 2007, che equiparano le terapie cellulari a prodotti farmaceutici. Proprio per rispondere ai nuovi requisiti nel 2008 sono nati sia il Centro di Medicina Rigenerativa stesso, grazie al generoso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, sia Holostem Terapie Avanzate, uno spin-off universitario sostenuto da Chiesi Farmaceutici, che ha messo a disposizione le competenze di uno staff di quattordici persone e i capitali necessari all’ottenimento delle autorizzazioni da parte degli enti regolatori.

Eseguito al Policlinico di Modena il primo impianto di lembo di epitelio corneale coltivato in vitro